Sul carbone c’è anche più ottimismo. L’indipendenza da Mosca dovrebbe arrivare già in autunno. Complici le miniere di lignite tedesche in grado di coprire il 100% del fabbisogno e un mercato globale molto più flessibile e “largo” rispetto a quello del gas, che rende più semplice la vita ai funzionari tedeschi che devono inventarsi in fretta un modo per diversificare l’import.
Quanto al gas, lo scoglio principale per tagliare la dipendenza energetica dalla Russia è infrastrutturale. La Germania riceve tutto il gas via pipeline e non ha nemmeno un terminal gnl attivo in questo momento. Come l’Italia, anche Berlino sta valutando di ricorrere a terminal galleggianti offshore, che possono entrare in funzione in brevissimo tempo. Tre le opzioni allo studio al momento. Intanto, il governo sta accelerando la costruzione di tre impianti di rigassificazione onshore. Per i quali però occorre molto più tempo. L’obiettivo è arrivare a fine 2022 con importazioni di gas russo tagliate del 30%. Non solo diversificando l’import, però: il governo ha annunciato di essere disposto a ritardare lo switch off di alcune centrali a carbone pur di diminuire la quota di gas da Mosca. Ma Berlino assicura che il phase out al 2030 non è in discussione.
Fonte: www.rinnovabili.it