Novità  e normative sui mandati diretti di energia e gas

Energia, famiglie e imprese ko: ondata di mancati pagamenti

 

Energia, famiglie e imprese ko: ondata di mancati pagamenti

A febbraio il 15% di famiglie e piccole imprese non ha pagato luce e metano

Il caro-bollette spinge verso l’alto gli insoluti tra i privati e le piccole imprese. Secondo un’indagine di Arte, l’associazione che raggruppa i reseller e i trader di energia italiani, il valore delle forniture non pagate in Italia è passato dai circa 17 milioni di euro di dicembre dell’anno scorso, pari al 10% del totale mensile, ai 21,5 di gennaio (13% del totale), fino a spingersi nello scorso mese di febbraio a circa 26 milioni di insoluto, il 15,44%. Quasi un cliente su sei, secondo il campione di analisi di Arte (le realtà associate forniscono 1,3 milioni di contatori in tutta Italia) fatica oggi a onorare il contratto di fornitura, con un incremento medio dei distacchi per morosità che è stato, sempre a febbraio, di oltre il 36% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

I MANCATI PAGAMENTI

«Siamo solo all’inizio - spiega Diego Pellegrino, portavoce dell’associazione -, perché gli insoluti conteggiati in queste settimane sono da ricondurre ai picchi del mese di dicembre. Ma a marzo il prezzo dell’energia, come è noto, ha raggiunto nuovi massimi e le conseguenze di questa impennata le vedremo solo fra due mesi. Il problema di questo settore è che il consumatore non riesce ad avere una percezione immediata dell’aumento dei prezzi, come avviene per esempio con la pompa di benzina. Nessuno sta dicendo ai consumatori che a marzo le bollette sono aumentate del 10% rispetto a dicembre, in pochi ne hanno la consapevolezza. Noi piccoli trader siamo il termometro di una situazione che sta sfuggendo di mano a tutti. E le conseguenze rischiano di essere devastanti».

I piccoli fornitori italiani stanno cercando di tamponare il fenomeno adottando dove possibile meccanismi per favorire il rientro dei pagamenti. A oggi sono stati attivati 41.237 piani di rateizzazione, di cui 24.597 riconducibili a utenti domestici, il resto relativi a imprese (che incidono l’80% sul valore delle masse gestite). Per i primi l’importo in corso di rateizzazione è di 19 milioni, per i secondi supera i 37 milioni.

Si tratta di debiti da 7-800 euro in media per gli utenti domestici, da circa 5mila euro per le partite iva e le piccole imprese. Le rateizzazioni sono una modalità prevista dal Dl Energia, «ma lo facevamo già in passato - prosegue Pellegrino : chi abbandonerebbe al default i propri clienti?». Il problema è che questi ultimi preferiscono piani di rientro «su misura», magari «periodi più lunghi, o rate più basse - prosegue -; facendo così però non possiamo accedere alla dote messa a disposizione dal Dl. Servirebbe maggiore flessibilità». Inoltre, prosegue Pellegrino, «un conto è rateizzare i pagamenti di qualche cliente in difficoltà, un altro è andare incontro alle esigenze di migliaia».

I reseller e i trader associati in Arte - insieme fatturano circa 2 miliardi per 120 operatori e 12mila addetti - non possono continuare a fare da «banca» in attesa di un allentamento di una tensione sulle forniture. «Non abbiamo mai vissuto una situazione del genere, nemmeno durante i lockdown per il Covid - spiega Pellegrino -. Siamo già al limite: non riusciamo a reggere questo fabbisogno di circolante e molte realtà di fornitura, soprattutto quelle di una certa dimensione, rischiano il default. Siamo penalizzati dalla posizione all’interno della filiera. Nella fattura ci sono oneri vari come accise, spese di trasporto e dispacciamento che incassiamo e giriamo allo Stato: servirebbe una deroga per tamponare la situazione, invece siamo costretti a pagamenti puntuali. Sono i piccoli che stanno puntellando la situazione, il Governo dovrebbe riconoscerlo, invece di garantire rendite di posizione ad altri». Arte chiede interventi strutturali. «Bisogna cambiare le regole di formazione del prezzo - spiega Pellegrino -, il legame con il prezzo spot ci sta annientando. Gli incentivi previsti dall’ultimo decreto sono un piccolo aiuto per tamponare l’emergenza ma non risolvono la situazione».

 

Fonte: www.ilsole24ore.com

 



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