Novità  e normative sui mandati diretti di energia e gas

Canone Rai fuori dalla bolletta elettrica, strada tutta in salita

Canone Rai fuori dalla bolletta elettrica, strada tutta in salita

Approvato mercoledì un ordine del giorno che accoglie l’impegno che l’Italia aveva con l’Ue: ill canone in bolletta è definito «onere improprio». L’odg non è vincolante per il Governo

Canone Rai fuori dalla bolletta elettrica dal 2023. L’ipotesi si è delineata con il via libera a un ordine del giorno presentato da Maria Laura Paxia (Misto) al decreto energia approvato mercoledì alla Camera. Accettato dal Governo - rappresentato in Aula da Vannia Gava, sottosegretaria per la Transizione ecologica - dapprima come raccomandazione, è stato poi accolto con riformulazione (senza dunque dover essere posto ai voti) prevedendo di «adottare misure normative dirette a scorporare dal 2023 il canone Rai». Paxia ha sottolineato che così si dà «seguito all’impegno che l’Italia aveva con l’Ue europea di scorporare il canone Rai» in quanto «onere improprio». Ma la strada è tutta in salita. Anche perché l’ordine del giorno ha una valenza politica, ma non è vincolante per il Governo.

Non solo: togliere il canone dalla bolletta, è la convinzione anche interna a Viale Mazzini, significherebbe mettere a rischio quel poco di certezza sulle entrate che in una condizione come quella attuale, con posizione finanziaria netta in rosso per 604 milioni a fine 2020 (e -317,3 milioni nel semestre), rappresenterebbe un rischio troppo grande per la tenuta dei conti della tv pubblica. In più, nel merito, la posizione raggiunta dal Governo a seguito di approfondimenti sarebbe quella di considerare il canone Rai non fra quegli oneri impropri da cancellare, essendo peraltro una voce riconoscibile e separata all'interno della bolletta.

 

Si tratta di un atto di indirizzo politico

È un atto di indirizzo, che ha carattere accessorio rispetto a un altro testo (in questo caso il decreto Bollette) su cui l’Assemblea o una Commissione è chiamata a deliberare. Il documento circoscrive o precisa il significato della deliberazione principale, impegnando politicamente il Governo sul modo in cui essa vada interpretata o si debba procedere alla sua applicazione. Anche fonti di Governo mettono in evidenza che di tratta «solo» di un ordine del giorno.

Dal 2016 il canone viene rateizzato nella bolletta elettrica

È da luglio 2016 che il canone di abbonamento alla televisione per uso privato viene rateizzato nella bolletta elettrica. Paga il canone ciascun cliente intestatario di un’utenza di energia elettrica nell’abitazione di residenza. L’importo del canone di 90 euro viene addebitato per famiglia anagrafica, indipendentemente dal numero di televisori posseduti, suddividendolo in 10 rate mensili da gennaio ad ottobre. Il canone si può pagare con addebito sulla pensione: per poter pagare il canone TV direttamente con addebito sulla pensione, è necessario farne richiesta al proprio ente pensionistico entro il 15 novembre dell’anno precedente a quello cui si riferisce l’abbonamento. L’agevolazione riguarda tutti i cittadini, titolari di abbonamento alla televisione, con un reddito di pensione, percepito nell’anno precedente a quello della richiesta, non superiore a 18.000 euro. Le modalità di presentazione della domanda sono stabilite da ciascun ente, che provvederà poi a comunicare al pensionato l’esito della domanda e, in caso affermativo, a certificare successivamente che l’intero importo dovuto per il canone di abbonamento alla televisione è stato pagato.

Chi è esonerato dal pagamento

Si può essere esonerato dal pagamento del canone Rai se non si possiede un televisore o un apparecchio atto a ricevere il segnale radiotelelvisivo; per chi ha compiuto 75 anni e possiede un reddito annuo non superiore a 8.000 euro. Esonerati anche gli agenti diplomatici, funzionari o impiegati consolari, funzionari di organizzazioni internazionali oppure militari di cittadinanza non italiana o personale civile non residente in Italia, di cittadinanza non italiana, appartenenti alle forze Nato di stanza in Italia.

Le entrate da canone

 

Nel 2020 le entrate da canone hanno superato gli 1,72 miliardi di euro con entrate da canone ordinario per 1,64 miliardi. «Dal 2013 al 2020 il canone ordinario è anche leggermente sceso», ha detto l'ad Rai Carlo Fuortes lo scorso 12 ottobre durante un'audizione in Commissione di vigilanza, proprio sul tema (e sull'emergenza) conti per Viale Mazzini. E in quella occasione, a proposito del canone lo stesso Fuortes ha parlato di «risorsa incongrua» snocciolando l'entità dei canoni per la tv pubblica in Croazia (127 euro), Svizzera (312 euro), ma anche – per stare ai paesi più vicini all'Italia dal punto di vista strutturale – in Francia (138 euro), Uk (185 euro) e Germania (220).

I maggiori introiti del 2021

 

Nel primo semestre, si legge nel bilancio semestrale pubblicato, per i canoni ordinari da utenze private le entrate si sono assestate sugli 857,6 milioni, in crescita di 45,4 milioni rispetto al semestre 2020, all'interno di entrate complessive da canone per 923 milioni (+53,7 milioni). Incremento, quello della voce relativa ai canoni ordinari, che come specifica lo stesso bilancio sono in buona parte conseguenti all'entrata in vigore di provvedimenti normativi. In particolare: «l’abrogazione della riduzione del 5 per cento delle somme da riversare a Rai per la copertura del costo di fornitura del Servizio Pubblico e del c.d. “extra gettito”, determinato dalle maggiori entrate rispetto a quanto previsto nel Bilancio di previsione dello Stato per l’anno 2016».

I canoni per le attività produttive

 

Dall'altra parte per i canoni da utenze speciali (da attività produttive), il Dl “sostegni” del 22 marzo 2021 n. 41, ha stabilito «l’esonero integrale dal versamento per l’anno 2021 del canone di abbonamento radiotelevisivo speciale per le strutture ricettive nonché di somministrazione e consumo di bevande in locali pubblici o aperti al pubblico, comprese le attività similari svolte da enti del terzo settore; lo stanziamento di una somma pari a 83 milioni di Euro al fine di riconoscere ai soggetti interessati un credito di imposta pari al 100% dell’eventuale versamento del canone intervenuto antecedentemente all’entrata in vigore del decreto, ovvero disporre il trasferimento a favore della RAI delle somme corrispondenti alle minori entrate richieste dalla Società».

Quanto entra nelle casse Rai

 

È bene, però, ricordare, come hanno precisato più volte gli stessi vertici Rai che, a fronte dei 90 euro di ammontare annuo, Viale Mazzini ne percepisce 75,4 euro. Il passaggio del canone infatti non avviene direttamente dalla bolletta alla Rai, ma transita per l’agenzia delle Entrate e poi da questa alle casse della televisione pubblica. E i 90 euro sono comprensivi del contributo al Fondo per l’Editoria in capo alla presidenza del Consiglio e di quello per le antenne locali, in capo al Mise. Da qui, la differenza che finisce alla tv pubblica rispetto alla cifra riscossa in bolletta

L'impatto sull'evasione

Come riconosciuto anche dall'ad Fuortes durante l'audizione in Vigilanza, con il passaggio del canone in bolletta «è aumentato il numero dei paganti dai 15 milioni ai 21-22 milioni» e «il tasso di evasione è sceso dal 27 per cento al 5 per cento, e attualmente è intorno al 3 per cento». Le trattenute dallo stato per «2,4 miliardi in otto anni» hanno agito in senso inverso, ha rivendicato l'ad Rai.

Fonte: www.ilsole24ore.com

 



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