Novità  e normative sui mandati diretti di energia e gas

Dal taglio delle accise al carbone "anti-Mosca": cosa c'è nel nuovo decreto energia

 

Dal taglio delle accise al carbone "anti-Mosca": cosa c'è nel nuovo decreto energia

Taglio delle accise sui carburanti, proroga degli interventi contro il caro-bollette e un "piano" per puntare sul carbone e far crollare la dipendenza energetica dalla Russia. Sono soltanto alcune delle misure che dovrebbero trovare spazio nel nuovo decreto energia che il Governo si appresta a varare: il testo del dl era atteso nella giornata di domani, ma il suo arrivo è slittato a lunedì della prossima settimana. 

Cosa c'è nel nuovo decreto energia

Il nuovo pacchetto di misure da circa 6 miliardi di euro dovrebbe contenere un robusto sforzo sia per gli aiuti che per quanto riguarda il lato "green", con delle norme mirate a snellire gli iter burocratici per l'autorizzazione a produrre energia da fonti eoliche e fotovoltaiche, le cosiddette rinnovabili. Tra le misure più attese nel decreto, la proroga per un altro mese -al 30 giugno dunque- del taglio delle accise sui carburanti che, insieme alla minor Iva, riduce di 30,5 centesimi il prezzo alla pompa di benzina e diesel in scadenza proprio lunedì prossimo, 2 maggio. Oltre alla proroga, il decreto dovrebbe contenere il rifinanziamento del fondo di garanzia sui prestiti alle Pmi; risorse per l'accoglienza dei profughi ucraini; proroga degli interventi contro il caro bollette; meccanismi di adeguamento dei prezzi degli appalti, bonus per le imprese energivore. Sono in fase di valutazione anche alcuni meccanismi da introdurre per calmierare il prezzo delle materie prime. L'obiettivo è aiutare le imprese italiane a far fronte ai rincari, anche perché il problema rischia di incidere negativamente sulle gare del Pnrr. Sono allo studio, inoltre, interventi ad hoc per aiutare le imprese più colpite dai contraccolpi delle sanzioni adottate contro la Russia, come ad esempio per il comparto della ceramica. 

La produzione di carbone

Sempre nel medesimo decreto dovrebbe trovare spazio anche una norma che punta ad aumentare la produzione a carbone, portando subito a 'regime' 4 impianti: Brindisi, Civitavecchia, Fusina e Monfalcone. Il G20 tenutosi a Roma sei mesi fa si era concluso con l'intenzione comune di ridurre l'uso di combustibili fossili, ma l'inizio della guerra in Ucraina, l'impennata dei prezzi delle materie prime, il terrore nei mercati e le bollette che mettono in crisi famiglie e imprese, hanno stravolto le carte in tavola. La nuova norma consentirebbe di 'risparmiare' circa 3 miliardi di metri cubi di gas, che non verrebbero 'bruciati' per produrre elettricità. Altri tre miliardi, dunque, altro tassello nel puzzle che il governo sta mettendo in piedi per emanciparsi da Mosca, dopo quelli incasellati con gli accordi stretti in Congo, Angola, Mozambico, Algeria, Qatar. Per tagliare il traguardo dell'indipendenza energetica dalla Russia, dunque, il governo è pronto anche a portare ai massimi giri di motore le quattro centrali a carbone.

 

Fonte: www.today.it




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