Novità  e normative sui mandati diretti di energia e gas

L'Italia ha speso finora 37 miliardi per contenere la crisi dell'energia

 

L'Italia ha speso finora 37 miliardi per contenere la crisi dell'energia

A livello europeo l'impegno è di 220 miliardi. La Grecia ha sostenuto lo sforzo maggiore, seguita dalla Lituania. Terza l'Italia, con un impatto del 2,1% sul Pil. La stima è del think tank europeo Bruegel

La stima è di Bruegel, think tank basato a Bruxelles che si occupa di economia, che ha quantificato l'impatto delle misure decise dai governi europei per contrastare gli aumenti dei costi dell'energia. O meglio, le cifre stanziate per ridurre l'impatto diretto su cittadini e imprese di incrementi iniziati a dire il vero già prima dell'invasione russa dell'Ucraina. Guerra, quella dichiarata da Mosca, che ha contribuito a un ulteriore aumento.

 

In totale, secondo questa stima, la cifra spesa in questa direzione ammonta a 220 miliardi di euro. Non rientrano però nel novero né misure sovranazionali, né quelle assunte a livello regionale. Si tratta solo di stanziamenti decisi dai governi. Per una somma pari all'1,3% del Pil europeo. Wired ha ricostruito la suddivisione di questi stanziamenti nella seguente infografica.

Il grafico a barre rappresenta la spesa espressa come percentuale rispetto al Pil, una normalizzazione che consente di confrontare lo sforzo sostenuto dalle finanze pubbliche dei singoli paesi. I valori in verde sono quelli inferiori alla media europea dell'1,3%, quelli in arancione sono invece superiori. Codice colori che vale anche per la treemap, dove invece sono rappresentati i valori in termini assoluti. Basta cliccare una delle barre e verrà evidenziato il corrispondente riquadro all'interno della treemap.

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Come si vede, la nazione che ha sostenuto lo sforzo maggiore rispetto al Pil (3,7%) è la Grecia. Là i sussidi governativi sono iniziati a metà settembre dello scorso anno, prima solo sull'elettricità, quindi anche per quanto riguarda il gas. Un mese più tardi sono iniziati gli interventi in Lituania, dove il governo ha innanzitutto congelato le privatizzazioni previste nel settore energetico. Quindi, ad aprile, ha stanziato oltre 2 miliardi per contenere gli aumenti dei costi.

Al terzo posto per l'impatto sul Pil delle misure assunte contro il caro energia c'è invece l'Italia, dove già a fine settembre 2021 venivano stanziati 3 miliardi per contenere gli aumenti in bolletta, cui se ne sono aggiunti altrettanti a dicembre. Solo le prime di una serie di misure che si sono concluse, per ora, a maggio di quest'anno, quando il governo ha stanziato altri 14 miliardi tra taglio delle accise sui carburanti e contributi per le famiglie contro gli aumenti dei costi energetici.

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In totale, secondo Bruegel, questa crisi è costata all'Italia finora qualcosa come 37 miliardi. Una cifra analoga a quella della legge di Bilancio 2022, che pone il nostro Paese al terzo posto anche per quanto riguarda la spesa in numeri assoluti. La prima di tutte è stata la Germania, che nel giro di poche settimane ha ridotto dal 35 al 12% la quota di petrolio che importa dalla Russia e che in totale ha speso 43,2 miliardi di euro. Quindi c'è il Regno Unito, dove il conteggio si è fermato a 40,6 miliardi.

O, almeno, si è fermato finora. Il perdurare della crisi Ucraina e le sanzioni dell'Unione europea che iniziano a prendere di mira anche il petrolio russo, minacciano di impattare ancora a lungo sui costi dell'energia. E, di conseguenza, di far crescere l'impegno economico dei paesi europei per contenere l'impatto diretto su cittadini e imprese.

 

 

Fonte: www.wired.it




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