La rete elettrica italiana è in evoluzione, in un modello energetico sempre più distribuito e aperto al contributo di aziende e di piccoli produttori privati:.

Un cambiamento significativo che modifica completamente la topologia della rete elettrica, sempre più “aperta”, “decentralizzata” e “digitalizzata: le tre parole chiave che sintetizzano quanto sta accadendo dopo la delibera Aeegsi 300/2017, la quale ha sancito che anche gli impianti di produzione c.d. non rilevanti (< 10 MVA) possano offrire servizi di dispacciamento attraverso un “soggetto aggregatore”.

Alla delibera è seguita una fase di sperimentazione, iniziata il 1° novembre 2018, per la qualificazione tecnica degli impianti da parte di Terna, in base a cui era necessario dimostrare la capacità di modulare l’immissione di energia dell’intera rete aggregata entro 15 minuti dalla ricezione dell’ordine di dispacciamento di Terna, e sostenere tale modulazione per un periodo pari a due ore consecutive.

È, di fatto, la nuova frontiera del mondo dell’energia, in un modello di fonti energetiche distribuite in cui chi è in grado di produrre in eccesso rispetto ai suoi programmi di produzione e chi è in grado di staccarsi per alcuni periodi dalla rete elettrica, viene remunerato.

La rete elettrica, come molti sanno, deve essere sempre in equilibrio: la quantità di energia prodotta e immessa in rete deve essere, in ogni momento, uguale alla quantità di energia consumata. Questo comporta che, nei momenti di picco dei consumi, ci sia una grande richiesta di energia che Terna è disponibile a remunerare adeguatamente.

E per mettere in equilibrio la rete possono contribuire sia impianti di consumo, che staccano i carichi per un certo periodo, che impianti di produzione, che immettono energia.

Ambedue contribuiscono all’equilibrio della rete elettrica, ottenendo in cambio un’extra-remunerazione molto interessante, in virtù dei corrispettivi fissi definiti da Terna e di un prezzo variabile (Euro/MWh) di vendita, definito di volta in volta all’interno di parametri predefiniti.

Per farlo è necessario prendere parte a una “Uvam“, Unità Virtuale di Aggregazione Mista, aperta sia a unità di produzione sia a unità di consumo e/o unità miste, che ha il compito di dialogare con Terna, rendendo disponibile l’energia proveniente dalle unità ad essa collegati nei momenti di picco.

Le Uvam e le aste di Terna

Le Unità Virtuali Aggregate possono unire impianti di generazione energetica programmabili (cogeneratori industriali, impianti idroelettrici a bacino e termoelettrici), consumatori di energia disponibili a staccare i carichi e impianti non programmabili (fotovoltaico, eolico, idroelettrico ad acqua fluente) con limitazioni di potenza rispetto a quella massima qualificata dell’Uvam.

A oggi il mercato è operativo per le Uvam, che comprendono produttori di energia elettrica da impianti non rilevanti (eccetto quelli abbinati a cicli produttivi) e consumatori di energia elettrica, entrambi soggetti che altrimenti non potrebbero partecipare direttamente al mercato dei servizi di dispacciamento: gli uni rendono disponibile energia a salire, aumentando l’immissione in rete, gli altri rendono disponibile energia a scendere, riducendo i consumi interni e quindi riducendo i prelievi di energia dalla rete.

La procedura messa a punto da Terna per la remunerazione della flessibilità resa disponibile dalle Uvam prevede aste con validità annualenovemestrale, semestrale, trimestrale o mensile nelle quali sono definiti prezzi fissi per la remunerazione della flessibilità resa disponibile nel periodo di validità dell’asta.

Alle aste partecipano gli “aggregatori”, operatori titolari di Unità Virtuali di Aggregazione Miste, che a fronte dell’assegnazione di capacità nel corso delle aste, si impegnano a presentare, nel periodo di validità cui si riferisce l’asta, offerte per un quantitativo di potenza almeno pari alla quantità assegnata, per quattro ore consecutive comprese nella fascia tra le ore 14.00 e le 20.00 dal lunedì al venerdì, inclusi festivi.

Terna, in base alle esigenze di bilanciamento della rete, seleziona le offerte a salire con un preavviso minimo di 15 minuti dal momento in cui deve essere resa disponibile la modulazione richiesta.

L’energia resa disponibile è remunerata con un corrispettivo fisso riconosciuto da Terna per il servizio di capacità di modulazione, messo a disposizione (meccanismo tipo “capacity payment”), a cui si aggiunge la remunerazione variabile (“gettoni” in Euro/MWh) in occasione delle effettive chiamate da parte di Terna.

Il ruolo dell’aggregatore

L’aggregatore è ‘la figura chiave’ di questo nuovo mercato: è un operatore energetico con un’infrastruttura digitale in grado di gestire contemporaneamente la modulazione di energia e l’attività di trading, attività nella quale convergono quindi competenze variegate.

L’Aggregatore è il ‘titolare’ delle Uvam e responsabile del rapporto con Terna: a fronte dell’assegnazione di capacità deve presentare, come detto, offerte per un quantitativo di potenza almeno pari alla quantità assegnata.

L’aggregatore deve pertanto disporre di un’infrastruttura hardware e software in grado di gestire la componente ‘fisica’, quindi aggregare la flessibilità di energia di diversi impianti, e la componente ‘di mercato’ che deve gestire la ‘vendita dell’energia’.

Le due componenti devono essere sincronizzate e lavorare ‘in tempo reale’. La componente fisica è quella più innovativa e delicata, ed è costituita da un ‘concentratore’, che deve aggregare la produzione di diversi impianti, e da apparati periferici (Upm, Unità Periferica di Monitoraggio), installati presso gli impianti di produzione.

Le Uvam di Ego

Ego, che investe da anni nell’innovazione per il settore energia e dispone oggi di un’infrastruttura tecnologica integrata per il monitoraggio e l’analisi dei dati mediante la quale eroga servizi energetici ad alto valore aggiunto, è un pioniere del progetto Uvam.

Le Uvam di Ego integrano una moltitudine di unità di produzione e di consumo dislocate in diverse regioni italiane e aggregate virtualmente, per oltre 100 MW di potenza modulabile (pari a circa il 15% del mercato).

Dal punto di vista dell’aggregatore disporre di impianti eterogenei collegati all’Uvam è un importante valore aggiunto: le responsabilità relative alla potenza da rendere disponibile a Terna sono infatti a carico dell’aggregatore, che ripartisce la potenza richiesta fra i diversi impianti collegati all’ Uvam. Gestire Uvam eterogenee diminuisce i fattori di rischio dell’aggregatore.

Di seguito, a titolo di esempio, alcuni impianti collegati alle Uvam di Ego:

  • l’impianto di cogenerazione che alimenta il servizio di teleriscaldamento di Morbegno è disponibile a fornire a Terna una flessibilità a salire e a scendere fino a 14 MW, in particolare nei mesi estivi, quando l’energia elettrica disponibile in eccesso è potenzialmente maggiore offrendo interessanti opportuna di extra-guadagno;
  • l’impianto gestito dalla società idroelettrica Boschetto, in provincia di Parma, ha preso parte al progetto attirato dalla possibilità di extra guadagni. Partecipare all’Uvam comporta che il bacino trattenga l’acqua accumulata fino alla chiamata di Terna, quindi quando l’energia è valorizzata al meglio, ricevendo anche il contributo fisso per chi dà la disponibilità a essere chiamato;
  • Co-Ver Power Technology è proprietaria del cogeneratore che alimenta il ciclo produttivo di un sito industriale. In questo caso, l’impianto di cogenerazione è sovradimensionato rispetto al fabbisogno quindi può fornire flessibilità alla rete a fronte di un’eventuale chiamata di Terna.
  • AB Servizi Spa gestisce impianti di trattamento rifiuti e si è resa disponibile a staccare i carichi, quindi a spostare i consumi in determinati periodi e/o ore della giornata per essere pronta alle chiamate di Terna. È un caso in cui modificare il processo aziendale variando il profilo di consumo e andando incontro alle esigenze di Terna non ha alcun effetto negativo sulla produttività, ma ha un impatto positivo sul conto economico dell’azienda.

L’integrazione con la mobilità elettrica

In un futuro non lontano anche le auto elettriche potranno partecipare al Msd, quindi contribuire all’equilibrio e ai servizi di rete.

È recente la proposta del MiSE di esentare dal pagamento degli oneri di sistema i punti di ricarica per auto elettriche connessi ad una Uvar (Unità Virtuale di Aggregazione di Ricarica).

Una misura che, se approvata, rappresenterebbe un incentivo significativo per coloro che intendono investire in una infrastruttura di colonnine elettriche.

La proposta del MiSE, oltre a favorire lo sviluppo dell’infrastruttura, ha l’obiettivo di dare una spinta significativa all’integrazione fra rete elettrica e mobilità elettrica, favorendo lo scambio di energia tra le auto elettriche e la rete stessa attraverso una gestione aggregata dei punti di ricarica (le Uvar appunto) che possono intervenire immettendo energia in rete quando Terna ne fa richiesta prelevandola dalle batterie dei veicoli connessi alle stazioni di ricarica.

Le regole riguardanti la modulazione e la misura di energia per i sistemi di ricarica dell’auto elettrica sono in fase di definizione; Ego sta già lavorando all’integrazione con le colonnine fornite dall’azienda Driwe, partecipata dalla società Ego Venture del Gruppo e attiva nel settore della mobilità, che ha già installato in Italia e gestisce oltre 400 punti di ricarica.

Punto di forza delle colonnine Driwe è il servizio di ricarica attraverso piattaforma software di gestione evoluta, grazie alla quale è possibile applicare modelli di tariffazione personalizzati e una modulazione dinamica della ricarica.

Uno sguardo verso il futuro

Sono ancora in fase di messa a punto regolamentare le reti aggregate dedicate allo storage (Uvas), per rendere disponibile su questo mercato impianti da fonte rinnovabile non programmabile – eolico, fotovoltaico, idroelettrico ad acqua fluente.

Terna ha anche dichiarato l’intenzione di aprire le Uvam anche alle piccole unità. Ego è già attiva in questo senso: in attesa delle regole che definiscano come integrare la catena di misura e le logiche di immissione per soddisfare i requisiti Terna ha siglato un accordo per integrare punti di immissione e di prelievo dotati di batterie Sonnen, è quindi pronta ad avviare le prime sperimentazioni in questo senso.

 

Fonte: Qualenergia.it