Molte imprese, poca concorrenza e pochi risparmi per chi sceglie il mercato libero rispetto al servizio di maggior tutela: questo, in sintesi, il quadro che emerge dall’indagine nazionale del Centro Studi Ircaf, presentata nel corso del convegno presso la sede del GSE a Roma, dal titolo “Verso il mercato energia con la fine della maggior tutela: quale transizione, impatto e scelte per i consumatori e le piccole imprese?”.

Il mercato libero stenta quindi a decollare soprattutto tra i clienti domestici, a causa della scarsa concorrenza e della poca informazione tra i consumatori, come aveva anticipato a QualEnergia.it Mauro Zanini, presidente del Centro Studi Ircaf.

In tema di date, ricordiamo che è previsto un rinvio “secco” al 2022 per l’uscita definitiva dal mercato tutelato luce-gas per i clienti domestici e le micro-attività commerciali, con l’ipotesi di anticipare di un anno, al primo gennaio 2021, la piena liberalizzazione per le piccole imprese.

La partita resta al momento aperta con diversi emendamenti in ballo al decreto Milleproroghe.

Tornando all’indagine del Centro Studi Ircaf, una nota spiega che è stata realizzata a campione su dati desunti dal portale ufficiale dell’Autorità per l’energia il 19 gennaio scorso, su diversi profili di utenze domestiche.

Per quanto riguarda il mercato elettrico, su un totale di 1.108 offerte presenti sul portale, distribuite tra offerte a “prezzo fisso” e offerte “variabili o indicizzate” monorarie e biorarie, il 56% è costituito da contratti Placet (Prezzo libero a Condizioni equiparate di tutela).

Ricordiamo, infatti, che da gennaio 2018 ciascun venditore di energia e gas è obbligato a inserire nel proprio listino di offerte la Placet, che si caratterizza per la struttura contrattuale uguale per tutti, stabilita dall’Autorità, mentre il prezzo è liberamente fissato dal venditore.

Un’offerta, chiarisce il Centro Studi Ircaf, nata per favorire il passaggio dal mercato tutelato al mercato libero, accompagnando il consumatore per renderlo consapevole, ma che ha trovato pochissime adesioni da parte dei consumatori.

Il restante 44% di offerte presenti nel portale si riferisce a proposte sul mercato libero. Il primo dato che si evince, prosegue la nota, è che nonostante sia previsto che tutte le 504 società di vendita operanti nel mercato libero dell’energia elettrica debbano caricare le proprie offerte sul portale, solo un terzo di esse (167 società) ha pubblicato i dati.

Questa inottemperanza, si legge nel documento diffuso dopo il convegno, va sanata perché non fornisce un quadro completo delle offerte e di comparabilità come previsto dalla legge sulla concorrenza. Né si può pensare che milioni di consumatori diventino proattivi e si mettano alla ricerca delle migliori offerte andando a guardare sui siti delle centinaia delle singole aziende.

Un altro dato che balza agli occhi è che delle 1.108 offerte nell’elettrico, nei diversi segmenti e tipologie del domestico, solo 57 (pari al 5,14%) sono economicamente più vantaggiose rispetto alle tariffe del servizio di maggior tutela. Va pure rilevato che molte offerte sul mercato libero offrono servizi aggiuntivi con benefit difficilmente comparabili in termini di benefici economici.

Tra l’altro, la maggioranza delle proposte più vantaggiose si può attivare solamente via web.

Anche sul versante gas, si legge poi nella nota, a fronte di 580 società autorizzate a vendere gas a gennaio 2020, si registra una seria inadempienza, perché solo il 30% dei venditori ha caricato le proprie offerte sul portale pubblico di Arera. E pure in questo caso il 51% delle proposte è di tipo PLACET e quasi nessuna di queste è più conveniente del prezzo in maggior tutela.

Inoltre, chiarisce il Centro Studi Ircaf, solo 68 offerte del mercato libero (11% del totale) consentono di risparmiare rispetto alla tutela: il quadro generale evidenzia un numero insufficiente di opportunità di risparmio e poche opportunità di sviluppo della concorrenza e del mercato in un settore molto importante, stante il fatto che mediamente la bolletta gas è oltre il doppio di quella elettrica come costi.

 

 

 

 Fonte: QualEnergia.it