Novità  e normative sui mandati diretti di energia e gas

In Italia troppa burocrazia frena lo sviluppo sostenibile

 

In Italia troppa burocrazia frena lo sviluppo sostenibile

Il Recovery Fund può essere un’occasione per rilanciare lo sviluppo sostenibile in Italia, ma bisogna eliminare le barriere normative 

 

 

 

Eliminazione delle barriere normative. È questo per l’Italia il succo dei buoni auspici sullo sviluppo del fotovoltaico lanciato da Fatih Birol, direttore dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA).

Birol è un’autorità riconosciuta a livello mondiale e intervenendo al SolarPower Summit on line ha anticipato di qualche giorno il contenuto del ‘World Energy Outlook 2020”, curato dalla sua Agenzia. “I nostri numeri dimostrano che se l’Europa riuscirà a perseguire l’obiettivo delle zero emissioni nette, entro cinque anni il fotovoltaico rappresenterà la fonte numero uno per capacità elettrica, superando tutte le altre”, ha detto. Un quadro accattivante uscito dall’andamento della domanda mondiale in questo convulso 2020.

Come ogni anno il focus energetico dell’IEA guarda al futuro. E questo del 2020, che sarà reso noto il 13 ottobre, volge lo sguardo ai prossimi 10 anni. Un tempo durante il quale i Paesi che si dichiarano green, devono accelerare sulla rinnovabili tutte insieme, senza indugi e intoppi. Se il fotovoltaico sarà davvero l’energia portante, bisogna avere coscienza del fatto che ad aiutarlo devono essere prima di tutto le leggi nazionali.

L’Italia che pensa di destinare allo sviluppo ecosostenibile un terzo del Recovery Fund ha davanti un’occasione unica. Dimostrare di saper utilizzare bene l’energia per rilanciare produzione e consumi.

“L’eliminazione delle barriere normative- commenta Raffaele Rossi, analista della SolarPower Europe – stimolerà il mercato fotovoltaico e sbloccherà mezzo milione di posti di lavoro entro il 2030”.

 
 

Lavori legati agli impianti, agli investimenti, a manodopera specializzata con nuove attività lungo la catena del valore. Non bisogna complicarsi la vita con leggi o regolamenti di scarsa efficacia ed applicazione. Con provvedimenti seducenti come quelli che i Ministri del Conte bis ci rifilano ogni giorno, ma che possono scomparire nei meandri degli uffici pubblici. Di burocrazia si può soffocare.

Ed eccoci al super bonus del 110% per efficientemente energetico. La potenza fotovoltaica installata è in salita nel Paese, però proprio sotto l’aspetto normativo il governo è stato bravo a complicare il successo del bonus.

La detrazione della spesa è, infatti, legata a due aspetti rompicapo: la creazione di un cappotto termico e l’abbassamento di due classi energetiche per ogni intervento. Non sarà facile fare questo nei condomini, lì dove abita il 70% della popolazione e dove a norma dovrebbe funzionare di più.

Progettisti e imprese lo hanno fatto notare, senza avere risposta. Così come, sempre per la “rivoluzione energetica” di Conte, può diventare problematico cedere il credito del superbonus alle banche a causa del merito creditizio dell’impresa. Non sarà facile per le imprese del settore. In altre parole, il provvedimento più green dei giallorossi si rivela il contrario di quelle barriere che la prestigiosa agenzia internazionale dice di abolire.

“L’energia pulita deve essere al centro della ripartenza economica globale, poiché offre una soluzione alle crisi finanziarie e climatiche”, ha aggiunto Birol.

L’Italia, per ora, ci sembra abbastanza strabica.

Fonte: Smartmag.it




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