Novità  e normative sui mandati diretti di energia e gas

L’unica alternativa entro il 2050: il fotovoltaico al 76% del mix elettrico

 

L’unica alternativa entro il 2050: il fotovoltaico al 76% del mix elettrico

Sarebbe il solo scenario globale compatibile con un aumento della temperatura di 1,5 °C, secondo i nuovi calcoli dell'Università di Lappeenranta per uno scenario energetico totalmente rinnovabile.

Arriverà dal fotovoltaico il contributo più rilevante alla decarbonizzazione del mix energetico.

Ne sono convinti i ricercatori della Lappeenranta University of Technology (LUT), università tecnologica finlandese che ha già prodotto diversi studi sulla possibilità di realizzare un sistema economico fatto al 100% di energie rinnovabili in tutti i settori (produzione elettrica, trasporti, riscaldamento, industrie).

Nel nuovo studio pubblicato su EnergyLow-cost renewable electricity as the key driver of the global energy transition towards sustainability (link in basso), basato su un modello di transizione energetica sviluppato dalla LUT, si descrive uno scenario compatibile con il traguardo fissato dagli accordi di Parigi, vale a dire, limitare a +1,5 gradi il surriscaldamento globale entro fine secolo, in confronto al periodo preindustriale.

E questo scenario non prevede il ricorso a tecnologie per le emissioni negative (come le soluzioni carbon capture and storage per catturare la CO2), né al nucleare.

In sostanza, spiega il professor Christian Breyer in una nota, gli obiettivi climatici possono essere raggiunti senza aumentare i costi per unità di energia prodotta su scala globale, attraverso un sistema energetico basato su elettrificazione diretta e indiretta e sulla dominanza delle fonti rinnovabili.

Più in dettaglio, la ricetta energetica al 2050 individuata dalla LUT si fonda su tre tecnologie fondamentalifotovoltaico (tantissimo), batterie di accumulo, elettrolizzatori con cui produrre idrogeno verde e carburanti sintetici da elettricità 100% pulita per trasporti pesanti e industrie.

Dei vari mix su scala regionale fanno parte anche eolico, idroelettrico e bioenergie sostenibili.

In particolare, si legge nello studio, il fotovoltaico, considerando tutti i segmenti e tutte le tipologie di impianti, farà il 76% del mix elettrico nel 2050 (oltre 100mila TWh) nello scenario elaborato dai ricercatori della LUT (32% nel 2030), si veda il grafico sotto, tratto dal documento.

Sarebbe un bel balzo, considerando che nel 2015 la quota di fotovoltaico nella produzione elettrica mondiale era irrisoria (1%). La potenza totale installata nel fotovoltaico sarà intorno a 63.000 GW nel 2050, emerge dallo studio.

Mentre gli impianti eolici nel 2050 faranno il 20% circa del mix complessivo di generazione elettrica.

Con il grafico successivo, invece, vediamo che per la generazione di calore le tecnologie dominanti al 2050 saranno le pompe di calore, sia quelle individuali sia quelle a servizio dei sistemi di teleriscaldamento (DH, district heating).

Un punto fondamentale riguarda i costi.

Secondo gli autori dello studio, infatti, un siffatto mix energetico al 100% di rinnovabili con accumuli si manterrà su valori Lcoe (Levelized cost of energy, cioé il costo tutto compreso per unità di energia prodotta) di 53-54 euro per MWh in media a livello globale, grazie alla riduzione dei costi marginali, che compenserà il netto incremento dei costi di capitale, come evidenzia il grafico sotto.

 

Fonte: qualenergia.it




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