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Fotovoltaico su tetti industriali e commerciali, si può fare di più

 

Fotovoltaico su tetti industriali e commerciali, si può fare di più

Ostacoli e rimedi per aumentare la generazione fotovoltaica degli impianti di taglia media su tetto, partendo da un’analisi di Italia Solare.

Il contributo dell’energia solare alla decarbonizzazione del sistema elettrico in Italia è spesso focalizzato sul fotovoltaico domestico e di grande taglia, con un continuo dibattito sui rispettivi pregi e difetti, opportunità e sfide.

Ciò farebbe ritenere quindi che il contributo maggiore alla generazione fotovoltaica nel nostro paese provenga da questi due tipi di impianti.

Ma la realtà è molto diversa: meno della metà della produzione fotovoltaica lorda in Italia deriva da impianti domestici e utility scale, con una quota del 21,5% per ciascuna di queste due classi di potenza, rispettivamente, fra 1 e 20 kWp e oltre 1.000 kWp.

Sorprendentemente vediamo che oltre metà della generazione fotovoltaica complessiva nazionale, pari al 57%, proviene invece da impianti su edifici commerciali e industriali, di taglia compresa fra 20 e 1.000 kWp; il dato aggiornato al 2019 è fornito dal Gestore dei Servizi Energetici (Gse).

In prospettiva, è necessario che i grandi impianti a terra diano un contributo maggiore rispetto a quello che sono riusciti a fornire finora, frenati da iter autorizzativi lunghissimi e dall’assenza di incentivi nelle zone agricole.

Basti dire che l’anno scorso, anche a causa di vincoli, lungaggini e complessità burocratiche, in Italia si sono installati complessivamente solo 625 MW di fotovoltaico, quasi otto volte meno della Germania, e meno di quello che la Cina ha installato mediamente in ogni singola settimana del 2020.

Ma sarebbe sbagliato concentrarsi solo sull’eliminazione degli ostacoli per i grandi impianti a terra, senza preoccuparsi di rafforzare ulteriormente il contributo degli impianti di media grandezza sui tetti commerciali e industriali.

Del fotovoltaico in questo segmento di mercato, di quello che ha funzionato, di ciò che non sta funzionando e di ciò che ancora si può fare, si è occupato Attilio Piattelli, vicepresidente di Italia Solare, durante un webinar che il Coordinamento Free (Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica) ha recentemente organizzato sulle opportunità offerte dal fotovoltaico alla luce del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e delle nuove direttive europee.

L’ostacolo principale per una maggiore crescita degli impianti di media grandezza in Italia è che manca la possibilità di massimizzare la potenza installata sui tetti industriali, poiché l’unico meccanismo realmente premiante è quello dell’autoconsumo.

Le agevolazioni per gli impianti non residenziali come quelli industriali, infatti, come spiegato in un precedente articolo, non sono moltissime. La scarsità di meccanismi premianti fa sì che il fotovoltaico industriale venga dimensionato non sulla superficie disponibile dei tetti, ma solo sui consumi, ha detto Piattelli.

Questa è una pratica giusta dal punto di vista del calcolo energetico tarato sulla singola utenza, ma rappresenta una debolezza dal punto di vista della massimizzazione della generazione rinnovabile nel mix energetico complessivo.

Si registra poi la totale assenza di stimoli per l’installazione di accumuli in ambito industriale, con il Superbonus destinato solo per lo stoccaggio negli impianti domestici, ha sottolineato il vicepresidente di Italia Solare.

Scendendo più nel dettaglio, secondo Italia Solare, ci sono tre possibili vie che le piccole e medie imprese possono intraprendere per la generazione fotovoltaica:

  1. l’autoconsumo
  2. i canali previsti dal decreto FER1
  3. le comunità energetiche

Ognuna di queste strade presenta delle barriere, che secondo l’associazione potrebbero essere abbattute o ridotte grazie ad una serie di accorgimenti, di cui parleremo in un prossimo articolo.

 

Fonte: qualenergia.it




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