Novità  e normative sui mandati diretti di energia e gas

Per il 40% degli obiettivi clima-energia entro il 2025 e contro le strategie fossili di Eni

 

Per il 40% degli obiettivi clima-energia entro il 2025 e contro le strategie fossili di Eni

I punti possibili della prossima mobilitazione del 29 ottobre: far riferimento al 2025 per obiettivi e piani del governo, installare 28 GW di solare ed eolico entro questa data e far cambiare subito rotta al gruppo dirigente Eni.

Il tempo è il fattore determinante per affrontare la crisi climatica, ma governi e aziende energetiche si muovono poco e troppo lentamente nel definire obiettivi e misure necessarie.

Non basta più fare riferimento al 2030 come anno limite per i target climatici ed energetici nazionali ed europei. Va invece considerato il 2025 come l’anno su cui basare i piani e le misure per poter impegnare tutti a spingere su questo orizzonte di più breve periodo in modo da attuare la raccomandazione dell’Unione europea del “40%”, e cioè che il 40% degli obiettivi climatici e che almeno 28 GW di solare ed eolico in Italia (dei 70 GW da realizzare al 2030) siano installati entro quella data.

Altro punto chiave per il nostro paese e per il governo è di far cambiare subito rotta al gruppo dirigente Eni che ha un “vergognoso obiettivo” di riduzione del 25% delle emissioni al 2030; quel 25% di riduzione, contro il 55% dell’Ue, l’Eni lo dovrebbe realizzare invece entro il 2025.

In sintesi, è quanto scrivono in un comunicato (allegato in basso) numerosi analisti, ricercatori e operatori del settore energetico e ambientale.

Dura è la presa di posizione contro Eni e contro i governi che hanno avallato le sue strategie, come quella di insistere sul progetto “Carbon Capture and Storage” (CCS) per il quale l’azienda ha fatto richiesta di una licenza nel mare al largo di Ravenna.

L’accusa all’Eni è che nelle sue strategie punta a mantenere l’Italia ancora nell’era dei fossili e fa pochissimo per investire nelle fonti rinnovabili (appena 15 GW al 2030 contro i 100 GW di Total e i 50 GW di BP).

Alcuni tra i firmatari del comunicato, si ricorda, avevano denunciato il comportamento dell’Eni e le sue conseguenze, anche tramite una diffida legale al suo gruppo dirigente, chiedendo al governo italiano di far modificare la roadmap ad un ente che per il 30% è pubblico.

La posizione da tenere è quella della IEA che ha di recente indicato chiaramente che non c’è nessuna possibilità di sfruttamento di nuovi campi di petrolio o di gas se dobbiamo assolvere agli obiettivi di emissione nette pari a zero per metà secolo.

Questi obiettivi concreti dovranno essere chiari, dicono i firmatari, nella prossima mobilitazione contro i cambiamenti climatici che si svolgerà venerdì 29 ottobre.

Sulla data target del 2025, sugli obiettivi da assolvere per almeno il 40% entro metà decennio e sull’opposizione alle attuali strategie dell’Eni partirà anche dagli Atenei una mobilitazione per coinvolgere tutti i cittadini, in occasione dell’apertura della COP 29 del 1° novembre.

 

Fonte: qualenergia.it




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