Insomma ridurre l’emissione di Co2 causata dai riscaldamenti, degli impianti di aria condizionata e in generale del consumo energetico degli edifici è troppo vitale per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica stabiliti dall’Ue nell’ambito del Green deal e delle trattative internazionali sull’ambiente (Cop26, Agenda Onu 2030 per la sostenibilità economica, sociale, ambientale). Gli edifici assorbono il 50 per cento dell’energia che consumiamo, stimano in Commissione Ue. Ma questa è una storia che parla anche tanto di povertà. Secondo i dati del 2020, l’80 per cento della popolazione europea non riesce a mantenere calde le proprie abitazioni per via di una dispersione di calore dovuta a inefficienza energetica degli edifici.
“Spesso lo spreco di energia è sinonimo di povertà”, segnala una fonte europea. E proprio le classi sociali povere sono le più “vulnerabili” rispetto ai rincari dei prezzi dell’energia. Perché “una casa in classe energetica G consuma in media circa 10 volte più energia di un edificio a zero o quasi zero emissioni”.
Per questo la proposta di direttiva presentata oggi affronta anche il tema del ‘caro bollette’. Contrariamente alle convinzioni della maggior parte dei leader dell’Unione, che domani ne parleranno al Consiglio Europeo in programma a Bruxelles, l’Acer (Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia) stima che l’aumento dei prezzi dell’energia potrebbe non essere temporaneo e che ad aprile i prezzi caleranno di poco, restando alti. È questa la cornice che ha spinto la Commissione Europea a recepire la proposta presentata in un documento comune dall’Italia, la Francia, la Spagna, Grecia, Romania e Cipro di consentire stoccaggi comuni del gas e appalti comuni su base volontaria in modo da calmierare i prezzi.
“La proposta consente inoltre agli Stati membri che lo desiderino di istituire un meccanismo per l’acquisto congiunto volontario da parte dei gestori dei sistemi di trasmissione (Tso) di scorte di gas strategiche, che potrebbero essere liberate in caso di emergenza - scrive la Commissione - Il meccanismo volontario dovrebbe essere in linea con il mercato dell’energia e le regole di concorrenza e aperto alla partecipazione in una fase successiva di altri Stati membri che lo desiderino”. Tradotto: la Germania non è riuscita a bloccare la proposta partita dagli Stati del sud.
Fonte: www.huffingtonpost.it