Novità  e normative sui mandati diretti di energia e gas

Caro energia, il taglio degli oneri in bolletta è costato 10 miliardi da luglio

 

Caro energia, il taglio degli oneri in bolletta è costato 10 miliardi da luglio

Stanziati altri 3,2 miliardi fino al 30 giugno. Resta il nodo di come finanziare in futuro gli incentivi alle rinnovabili e le altre voci in fattura

Dieci miliardi in otto mesi per ridurre il costo degli oneri generali di sistema in bolletta. A tanto ammonta lo sforzo messo in campo dal Governo, a partire dallo scorso luglio, per contenere l’impatto di questo fardello, azzerandone gli effetti nella fattura elettrica e riducendone sensibilmente il riverbero in quella del gas. Così da alleggerire il peso dei rincari provocati soprattutto dalla corsa dei prezzi del gas, amplificata ora dal conflitto tra Russia e Ucraina, che rischia di complicare ulteriormente lo scenario rendendo necessari nuovi interventi da parte dell’esecutivo.

I NUMERI

L’ultima manovra

 

La mossa più recente è quella messa in pista con il decreto energia, approvato dal Consiglio dei ministri il 28 febbraio, con cui sono state stanziate nuove risorse per reiterare il taglio degli oneri che il Governo ha disposto – da luglio scorso – per provare ad attutire, a valle, l’impennata del costo per la materia prima registrata a monte. Così sono stati previsti 1,8 miliardi per annullare, anche nel secondo trimestre, le aliquote relative agli oneri generali di sistema nella bolletta elettrica di famiglie e microimprese (quelle con potenza disponibile fino a 16,5 kilowatt). In sostanza, 25 milioni di nuclei familiari e 6 milioni di aziende (tipicamente piccolissime attività, artigiani, piccole amministrazioni come le scuole e così via).

Altri 1,2 miliardi, poi, sono serviti a garantire un analogo risultato per le potenze disponibili pari o superiori a 16,5 kilowatt, inclusi i punti di prelievo dell’energia elettrica utilizzata per l’illuminazione pubblica e per la ricarica dei veicoli elettrici in luoghi pubblici (in totale oltre un milione di utenze). A questi, si sono inoltre aggiunti 250 milioni per ridurre, da aprile a giugno, anche gli oneri generali gas.

I NUMERI

Una torta da 15 miliardi l’anno

Nel complesso, quindi, un intervento da oltre 3,2 miliardi per calmierare ancora una volta il costo finale pagato dall’utente. Ciò nonostante, l’effetto degli incrementi dei prezzi continua a farsi sentire, e anche parecchio. Tanto che l’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera), in una recente audizione parlamentare, ha rilevato un aumento del 131% dell’energia elettrica nel primo trimestre dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2021 per il cliente domestico (da 20,06 a 46,03 centesimi di euro per kilowattora, tasse incluse) e del 94% per quello del gas naturale (da 70,66 a 137,32 centesimi di euro per metro cubo, conteggiando anche le imposte).

Rialzi considerevoli, che senza l’aiuto del Governo sarebbero stati ancora più pesanti. Perché sulle bollette si sarebbe scaricato, insieme all’effetto dei rincari delle commodity, anche quello legato alla spesa sostenuta da tutti gli utenti per finanziare gli oneri generali di sistema. Che, a partire dal 2015, hanno avuto un ammontare stabile quantificabile in circa 14-15 miliardi di euro annui (e pari a 14,9 miliardi anche nel 2020, ultimo dato disponibile), arrivando a pesare all’incirca tra un quinto e un quarto sul totale della bolletta.

 

Sotto il “cappello” degli oneri sono comprese una serie di voci che vanno a coprire attività di interesse generale per il sistema energetico e che, dal 2018, sono sostanzialmente suddivise in due categorie: la componente “Asos”, che include prevalentemente i costi connessi al sostegno delle fonti rinnovabili (circa 10 miliardi la stima sul fabbisogno di competenza per il 2022, un miliardo in meno rispetto a quanto previsto per il 2021), e l’“Arim” che riunisce gli oneri rimanenti, tra i quali figurano anche le spese per messa in sicurezza del nucleare, le agevolazioni tariffarie riconosciute al settore ferroviario, nonché le coperture per il bonus sociale, lo sconto in bolletta per le famiglie con disagio economico e fisico.

La ricetta dell’Authority

Si tratta di voci che il Governo ha quindi deciso di coprire negli ultimi mesi non ricorrendo alla leva della bolletta, ma attraverso altri fondi. E che succederà quando le manovre straordinarie dell’esecutivo per il caro energia finiranno? Il rischio l’ha evidenziato in più occasioni l’Arera sottolineando che, in assenza di ulteriori interventi legislativi, «sarà tenuta a riportare i corrispettivi delle componenti tariffarie a copertura degli oneri generali di sistema a livelli che assicurino il gettito annuo necessario per finanziare gli obiettivi di pubblico interesse». Tradotto: in mancanza di misure strutturali, gli aumenti dettati dagli oneri si sommeranno, come detto, a quelli che riflettono, per il servizio di maggiore tutela, l’andamento dei prezzi all’ingrosso.

Ma cosa si può fare per evitare l’effetto spirale? Anche su questo fronte, la risposta è arrivata dall’Authority che, da tempo, segnala la necessità di impiegare strutturalmente fondi del bilancio dello Stato per finanziare gli oneri non strettamente legati al sistema energetico, come il bonus sociale. O ancora la copertura del regime tariffario speciale riconosciuto a Rfi (Rete ferroviaria italiana) per i consumi di elettricità dei servizi ferroviari su rete tradizionali o i costi di smantellamento delle centrali. Senza considerare, ha più volte ribadito l’Arera, l’esigenza di rimettere ordine tra gli incentivi che costituiscono la tessera principale degli oneri. Una partita ancora più complessa e rimasta finora nei cassetti.

GLI ONERI AI RAGGI X

1. COSA SONO

L’assist al sistema
Si tratta della componente che in bolletta comprende
i costi destinati a sostenere attività di interesse generale per il sistema energetico.

2. QUALI VOCI FINANZIANO

Dagli incentivi ai bonus
Gli oneri si suddividono dal 2018 in due grandi categorie. All’interno della componente «Asos» sono inclusi i costi che vanno a supportare gli incentivi alle fonti rinnovabili (10 miliardi di euro la stima del fabbisogno 2022), ma anche le agevolazioni per le imprese energivore. Sotto la «Arim», invece, sono compresi tutti gli altri oneri, dalle coperture per i bonus sociali alle spese per lo smantellamento delle centrali nucleari.

3. QUANTO COSTANO

Un conto da 15 miliardi
Dal 2015 in poi ha avuto un ammontare stabile quantificabile in 14-15 miliardi di euro annui. All’interno degli oneri, la voce a maggiore impatto è rappresentata dagli incentivi alle rinnovabili (inclusa nella componente Asos) che, secondo le stime formulate dall’Arera, genererà nel 2022 un fabbisogno annuale di competenza di 10 miliardi.

 

Fonte: www.ilsole24ore.com




Accedi alle Aree Riservate